Ciò che precede la lettura delle sacre Scritture | Ugo di san Vittore (1096 – 1141)

“Ogni allievo accorto, prima di avventurarsi nella lettura delle pagine dei vari voluminosi libri, deve fare bene attenzione a imparare esattamente quanto concerne la dottrina della fede, che è suo compito professare: solo così potrà proseguire con tranquillità nell’opera di costruzione del suo edificio, utilizzando i materiali successivamente disponibili.

In così vasto mare di libri e in presenza di così numerose dottrine e opinioni complicate, che spesso confondono la mente degli studenti per il loro gran numero e la loro oscurità, difficilmente potrà realizzare una costruzione unitaria e completa colui che non avrà posto come base di essa i sicuri principi della fede, chiaramente orientativi in qualsiasi ambito di ricerca: egli deve tenerli sempre presenti in sintesi nel suo pensiero. […].

In un altro testo si dice: La lettera uccide, ma lo spirito vivifica, per far intendere che lo studioso delle Sacre Scritture deve essere competente nella vera interpretazione spirituale e non deve mai in nessun modo lasciarsi indurre in errore dal significato letterale di singole parole, che talvolta possono essere intese anche in modo sbagliato. Per quale motivo fu riprovato da Dio l’antico popolo eletto, che pur aveva ricevuto la Legge della vita, se non perché seguì tanto esclusivamente la lettera che uccide, da perdere lo spirito che vivifica? Non dico queste cose per offrire a taluni il pretesto di interpretare le Sacre Scritture a loro arbitrio, ma per far comprendere che quanti seguono soltanto l’interpretazione letterale non possono procedere a lungo senza commettere errori. È opportuno essere fedeli alla lettera dei testi, nel senso che non si deve anteporre il nostro pensiero a quello degli autori sacri, tuttavia non ci si può attenere a essa fino al punto di credere che esaurisca ogni contenuto del pensiero divino: non colui che conosce la lettera, ma l’uomo spirituale è giudice di tutto.

Allo scopo di poter esaminare con esattezza il valore letterale degli scritti biblici, non devi fidarti con presunzione delle tue capacità personali, ma è necessario che tu riceva da altri l’erudizione e l’informazione opportuna; soltanto così potrai porre una base di certezza all’esegesi storica, sulla quale appoggerai tutto il tuo edificio ideale.

Non presumere di poter istruirti da solo: forse credi di avvicinarti alla scienza e invece ti inganni e te ne allontani. L’iniziazione a questi studi deve essere chiesta a persone colte e sapienti: esse te la possono offrire, come si deve, attraverso i testi autorevoli dei santi Padri e le citazioni bibliche. Quando avrai fatto ormai dei progressi, questi stessi maestri potranno ancora confermare i singoli insegnamenti che ti hanno dato con le prove scritturali.

Così mi sembra che stiano le cose. Chi vuole seguire il mio esempio è bene accetto nella mia scuola; chi invece ritiene che si debba fare altrimenti, faccia pure come crede, io non ho voglia di litigare. So che parecchi non seguono questo metodo di studio e purtroppo non ignoro nemmeno i loro cattivi risultati”.

 

(Ugo di san Vittore, Didascalon,  Libro VI,4)

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