Sull’amicizia

Sull’ Amicizia

L’amicizia è cosa seria, qualcosa di estremamente necessario per vivere, poichè nessuno sceglierebbe di vivere senza amici, pur possedendo tutti gli altri beni.

Soprattutto in povertà o in disgrazia, tutti credono che gli amici siano l’unico vero rifugio da abitare. Dalle nostre parti esiste un detto popolare che recita: “chi ha amici non muore mai”.

Ai giovani l’amicizia serve per non commettere troppi errori e ai vecchi perché ricevano cura e arrivino dove a causa della loro fragilità sarebbero impediti, mentre per tutti quelli che possiedono ancora vigore, l’amicizia possiede il grande pregio di renderli più fecondi nel pensare e nell’agire.

L’amicizia è dunque una cosa seria, ma se ne parla poco. Troppo poco. La si confonde spesso con altro. Facebook ad esempio parla di ‘amici’ ma li confonde coi ‘contatti’. E soprattutto non ci si educa ad essa.

Di solito, nel migliore dei casi, la si confonde con l’infatuazione, che è qualcosa che non esige impegno né virtù, simile a quel fuoco di paglia che i bambini accendono in estate per creare un po’ di allegria. Al contrario l’amicizia è cosa che brucia ma non si consuma, è lentezza, chiarezza, stabilità. Per gli antichi è apertamente distinta in una triplice forma: c’è un’amicizia di utilità, una di piacere e un’altra, la più vera, che nasce dalla condivisione del bene, dal vero bene, e che suppone persone vere e libere. Altrimenti non si è amici ma complici, gregari, dove non esiste reciprocità, che è una caratteristica propria dell’amicizia.

Tre forme di amicizia dunque:

Anzitutto ci sono quelle amicizie che perseguono unicamente l’utilità, per cui il legame è cementato da un continuo scambio di favori. Poi ci sono amicizie che cercano il piacere che suscita lo stare insieme – cosa da non biasimare, ma al tempo stesso fragile nel legame – ed infine ci sono persone che costruiscono il loro rapporto sulla ricerca e sulla pratica del bene e se volgiamo della bellezza. Queste persone rare sono un tesoro per l’umanità. Esse non disdegnano piacere e utilità, ma li mettono in secondo piano rispetto a verità e bellezza.

Le prime due non sono vere amicizie, poichè nascono e crescono solo in quanto è possibile ricavare qualcosa per se stessi. Se non c’è ritorno non ci si spende in nessuna pratica amicale. Poveracci, malati, esclusi, emarginati, non hanno nessuna chance di diventare amici di qualcuno. Essi non sono utili e neppure belli a vedersi. In queste due forme di legame l’interesse non è mai la persona in se stessa, ma il suo uso strumentale. E quando si è ricercati lo si fa solamente in quanto e perché c’è dell’utile in gioco o un particolare piacere. Come quelli che desiderano di stare sempre al centro dell’attenzione , che cercano gloria, benevolenza senza meritare nulla di tutto ciò. Qui la persona, il suo valore, le sue capacità, talenti e crescita interiore non c’entrano affatto.

Nelle prime due forme di amicizie si può diventare merce di scambio o oggetto di compravendita con molta facilità, senza provocare nessun sussulto di coscienza. Ci si lascia comprare e ci si vende e poi si cerca altro.

La fragilità di tali amicizie la si capisce perchè quando l’interesse cambia, i tipi di piacere mutano allora si cerca altro,e poi altro ancora, senza posa, e con questa mutazione di ricerca anche l’amicizia cessa di esistere.

Se con il senno di poi, si osserva quel legame, si nota che il motivo che univa i due, non era la persona, che di fatto non è mai stata al centro del legame, ma erano le cose ed il piacere che si potevano ricavare. Accade così che molto spesso che col mutare degli interessi e delle frequentazioni le persone che perseguono questo tipo di rapporto, non si fanno scrupoli nello spezzare ogni forma di legame. si taglia e si va oltre. Come cambiare un vestito, si sceglie quello che piace in quel momento. In questo campo, le delusioni sono grandi, ma non vale la pena soffrire a lungo per la perdita di tali legami.

Ma, grazie a Dio, esiste anche la perfetta amicizia che è davvero un regalo di Dio: quella che tiene le persone al centro del legame e si nutre cercando il bene vero, seguendo pure una perfezione di vita interiore. Queste persone tengono lo sguardo fisso sull’alto e non sul basso, su bontà e bellezza, valori e virtù ricercandoli per se stesi e per gli altri senza sconti e così edificano amicizie vere e durature.

I veri amici vogliono il bene per se come lo vogliono per l’altro, senza decurtazioni o favoritismi. Lo vogliono perché loro stessi amano bene e verità e rimangono ancorati su quel terreno, seguendo anche una propria perfezione interiore. In tal modo l’amicizia non si corrompe mai, ma anzi si accresce, produce gioia e consolazione. Abbandonare amici così è davvero un crimine.

L’amicizia per questo è cosa seria e rarissima, come seria e rarissima è la ricerca del vero bene, della verità e bellezza per se e per l’altro, allo stesso modo e con la stessa forza. E mentre la volontà di amicizia è certamente rapida ma va poi assecondata, l’amicizia autentica esige tempo, molto tempo, molta frequentazione ed insieme una grande crescita interiore. I legami falliscono perché si smette di cercare tutto ciò che li alimenta nel giusto modo.

Così ogni vera amicizia esige cura, verità, virtù, pazienza, attesa, dono, tempo.

In fondo, se non si cresce dentro, ogni amicizia sarà per sempre un miraggio.

… Dimenticavo… i pensieri sono in larga parte aristotelici.