La chiamò per nome: “Maria!” e lei meravigliata le rispose “Maestro mio!”,
Maria sentì pronunciare il suo nome dall’Amato perché non aveva smesso di amarlo.
La convertita di Magdala, di quel piccolo e povero villaggio sulle rive del lago di Genesaret, il suo Signore lo cercava ancora. Neppure la sua morte aveva azzittito la sua ricerca. Ella cerca il suo corpo e piange perché non trova consolazione, sta li ferma, ferma davanti una tomba vuota. E proprio nel luogo della morte cerca la Vita.
Non vede nulla e tuttavia resta nell’amore perché solo così si è capaci di scoprire l’invisibile.
Il suo amore è di quello capace di non modificare né stravolge la memoria dell’Assente…. e così attende senza sapere,,, e finalmente la fiamma viva del suo amore attira l’ispirazione divina.
Ritorna li dove i discepoli sono andati via, li dove Pietro e Giovanni avevano smesso di guardare. E lì, proprio lì vede.
Vede due angeli che le parlano, la invitano a non piangere… e lì il suo cuore risorge. Donna perché piangi? e perché cerchi la tua sola consolazione? Il Signore fa molto di più, Egli ridona la gioia a tutti.
Così il maestro decide di parlare, fa udire la sua voce e si mostra: “Maria!”… “Maestro!”.
Che magnifica grazia, che gioia incontenibile.
Ma non è tutto.
Se la voce l’aveva aperta alla visione, questa stessa voce le indica una fede più alta.
Ora la convertita di Magdala in quell’amore che era rimasto in ricerca deve fare un altro passo ancora.
Ella deve non attaccarsi al suo corpo, non può trattenere il Signore di ieri, al contrario deve aprirsi al Signore di oggi, ora deve trattenere il suo messaggio, la sua nuova vita.
Maria riceve la grazia di riascoltare la voce del suo Signore che continua a chiamare per nome ogni discepolo che è nella tomba dello spirito, perché il Risorto ha il potere di risvegliare quelli che pur vivi nel corpo sono nel sepolcro dello spirito.
Così la convertita di Magdala divenne l’apostola degli apostoli, lei, una donna, fu la prima a dire con certezza agli apostoli “ho visto il Signore” (cf.Gv 20,18).
Lui, dice, ancora mi chiama per nome.
Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!(Ct 8,6)