Scrivere Dio | Pensieri

Socrate non ha mai scritto un rigo della sua dottrina.

Lui fu un maestro che usava le parole ed il dialogo come strumenti di conoscenza e forma ordinaria di comunicazione. Per lui scrivere rappresentava un specie di riduzione di prospettiva nel cammino verso l’episteme, la verità oggettiva.

Per il maestro di Platone, la verità incontrovertibile, infatti, non apparirebbe nel silenzio che accompagna la scrittura personale e la successiva lettura di ciò che qualcuno ha pensato in solitudine facendo confluire quel pensato in uno scritto, ma si troverebbe piuttosto nel pensare insieme, in quella vita comune fatta di dialogo sincero e persino nel contraddittorio. Qui la risposta al “perché questo e non questo” aprirebbe la strada verso il vero per tutti.

In quel rifiuto socratico della scrittura, c’è in nuce, il superamento dell’autoreferenzialità tipico di molta parte del pensiero moderno, di chi pensa e scrive senza confrontarsi mai con alcuno, fondando il vero unicamente in se stesso.

Per Socrate solo nel dialogo abita il vero incontrovertibile e non nella solitudine dello scrittore/lettore, e così la ragione scoprirebbe in una verità prodotta dal dialogo tra persone differenti, un buon criterio per governare se stessi ed il mutevole mondo delle cose. Avrebbe rintracciato un criterio su cui i molti (o tutti) concordano senza trovare giustificazioni in una autorità che sta fuori quella verità e dice:”questo è vero perché lo dico io!” e neppure nel lasciarsi sedurre da passioni ingannevoli che spingono ad accettare un aspetto della verità delle cose piuttosto che un altro.

Socrate non ha scritto nulla ma ha indicato una via per raggiungere il vero, l’episteme.

Ora anche Gesù non ha scritto nulla.

Ma Gesù non ha la preoccupazione di Socrate, e soprattutto la verità di cui è il “testimone fedele” (Ap 1,5) non è una semplice scoperta della ragione ma è dono che include e supera la natura delle cose e dell’uomo. La verità di dio infatti è qualcosa che viene da Lui  è una luce che precede ogni altra cosa. I cristiani hanno sempre creduto che in lui abita in pienezza della perfetta ed ultima verità dell’uomo.

Tuttavia non è vero che Gesù non ha mai scritto proprio nulla. Gesù infatti ha cambiato il luogo finale della scrittura, passando dai fogli al cuore, modificando anche il tipo di inchiostro utilizzato, passando dalla materia allo Spirito. Paolo ci ricorda che: ” La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini. E’ noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori” (2 Cor 3, 2-3).

Gesù così, non scrive su carta ma direttamente sul cuore attraverso il suo Spirito di verità che conduce verso l’interezza della verità. L’autoreferenzialità cede qui il posto alla presenza di Dio. Così anche la carta della bibbia è da considerarsi come un passaggio del Verbo verso l’uomo, una parola che sosta in un libro “in attesa” di entrare in un cuore.

Così facendo Dio raggiungere due obbiettivi.

Da una parte la sorgente più intima del nostro esistere, il cuore appunto, è abitata da lui, e con Lui ci viene comunicata una certezza incontrovertibile, una certezza che è tale finché quello stesso Spirito abita e mantiene viva quella singolare “scrittura”.

Dall’altra il luogo della Verità si ramifica: Dio ed il cuore degli uomini. Lo Spirito, infatti, scrivendo sul cuore di tutti gli uomini di buona volontà, comunica qualcosa di Lui e del suo pensiero, quel pensiero che però si trova in pienezza solo in Gesù. In questa luce il dialogo tra cristiani acquista nuove aperture, nuovi orizzonti.

Tuttavia non bisogna confondere questa verità con quella del mondo. L’economia, la politica, l’ecologia, l’astronomia,la biologia, la sociologia, ecc. cc. non appartengono direttamente a quel genere di scrittura. Per queste conoscenze utili, anzi necessarie al cammino storico dell’uomo, rimangono valide le conquiste antiche e moderne che la mente dell’uomo ha scoperto.

Dio con la sua scrittura non ha distrutto nulla di ciò che il pensiero umano ha scoperto, semmai ha purificato e corretto ciò che per i cristiani, contraddice alla radice quella verità integrale dell’uomo, per la quale Gesù, lo scrittore di Dio, è morto e risorto.

 

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