Sul troppo rigore | Tommaso da Kempis ( 1380 -1471)

Della cautela contro il troppo rigore e l’eccessiva riservatezza.

“Bisogna guardarsi dal tacere in modo rigido e indiscriminato: in particolare chi vive in comunità insieme ad altri. Infatti chi si irrigidisce in un così singolare silenzio non può stare a lungo in armonia con gli altri. Per cui o viene a mancare da sé oppure alla fine cade in qualche errore peggiore a motivo di diabolici istinti.

[…] Chi desidera il bene e progredisce con perseveranza, non solo badi di cominciare in modo vigoroso, ma rifletta anche verso quale fine tenda.

Spesso i principi piuttosto rigidi di alcuni ottennero un risultato più blando di altri, mentre certi sono andati completamente indietro. A loro infatti sembrava che non si potesse portare il giogo del Signore. Il fervore all’inizio è necessario, tuttavia non senza moderazione. Non è priva di pericolo insidia un’eccessiva osservanza nella casa comune. É maggiormente lodevole quello zelo, che anteponendo interesse comune a quello proprio e senza mai trascurarlo, si sforza di trovare le cose di cui farsi carico insieme agli altri”.

(Tommaso da Kempis, “lettera a un religioso che ha assolto il suo ufficio. sulla raccomandazione della solitudine e sulla custodia del silenzio”),

 

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