Il dialogo come correttivo della parola e di noi | pensieri

Della bontà del dialogo e quindi della relazione dialogica che si compie tra persone dotate di parola (e dunque non si dialoga solo con se stessi), se ne parla fin dall’antichità. Da Socrate in poi ‘dialogo’ è sinonimo di ‘strumento a servizio della conoscenza della verità’ ovunque questa si trovi. La sua assenza, del dialogo intendo, genera guerre fredde, incomprensioni, sofferenze interiori, chiusure. Come l’assenza di ‘parola’ anche l’assenza di  ‘dialogo’ genera morte e confusione. L’altro non esiste più. 

Ora, abbiamo qui spesso parlato di ‘parola’ e l’abbiamo immaginata come un ponte i cui piloni affondano sul terreno della interiorità e in quello della visibilità del mondo, mentre la forza che li collega in alto tenendoli uniti, e permette il passaggio dall’invisibile al visibile, proviene in parte dalla grazia divina – sempre presente ma in modo misterioso – e in parte da una instancabile ricerca che ci muove dentro in direzione della bellezza, della  verità e della bontà. 

Questa duplice forza (grazia ed esperienza) se così si può dire, è la fonte segreta dell’autorevolezza che ogni uomo e ogni donna esercita nella sua parola e nella pratica del dialogo.

Ma ora bisogna fare un passo avanti.   

Non ogni parola da noi pronunciata riposa nella verità o genera verità. 

Spesso non vediamo bene come stanno veramente le cose. O colpevolmente presentiamo agli altri nostri opinioni, senza una severa ricerca della loro verità, modificandoli in base al nostro tornaconto. 

A volte ci manca la competenza per dirimere una questione o la luce per prendere decisioni importanti. Altre volte soffriamo per mancanza di discernimento su temi importanti nella nostra vita, per cui i mattoni che utilizziamo per costruire la casa della verità o il ponte delle nostre relazioni, diventano fragili e incapaci di resistere all’usura del tempo. 

Cosa fare allora?

Ecco che – tra tante cose – arriva in nostro soccorso uno strumento metodologicamente efficace per raggiungere la verità: il dialogo. L’andirivieni della parola (del logos direbbero i greci) che si realizza tra due soggetti (o più) senza che volontà di manipolazione e di prevaricazione entrano nel confronto. Sappiamo bene che laddove manipolazione e prevaricazione appaiono, nessun passo in avanti in umanità può essere fatto. 

Ogni dialogo, in sostanza, ci permette di demolire idoli, false convinzioni, di smontare pregiudizi, anche l’isolamento in cui spesso si ricade quando si vuole affermare ad ogni costo una propria idea, ma sottraendosi dal confronto, senza però metterla alla prova fino in fondo, magari diventando orgogliosi e presuntuosi, cioè coltivando un eccessiva opinione di sé. 

Il dialogo come virtù di relazione, permette invece di raccogliere almeno un triplice frutto: una sempre più vera conoscenza di se stessi, uscendo non raramente dal piccolo recinto dei propri pensieri; una conoscenza dell’altro, dei suoi doni delle sue capacità, dei suoi progressi; un reale avvicinamento alla verità del mondo. 

Non è un caso che ancora oggi in campo medico, giurisprudenziale e investigativo, il dialogo è al centro delle loro attività, non basta leggere carte o visionare montagne di dati, bisogna in ogni caso arrivare a parlare con gli interessati. Confrontarsi. Dialogare appunto.

Un ultima cosa: se si è onesti bisogna accettare che quando si comincia un dialogo tra persone mature, si sa da dove si parte ma non si conosce dove si arriva. Se infatti si sapesse in anticipo dove arrivare allora il dialogo si trasformerebbe in manipolazione dell’interlocutore e le parole che si scambiano sarebbero semplici apparenze senza verità.   

Il fine del dialogo è in definitiva non quello di riportare il nuovo pensiero che le parole dell’altro invitano ad acquisire all’interno di un vecchio schema mentale che si è già in possesso. Ma chi ascolta, al contrario è chiamato ad aprirsi ai nuovi pensieri che l’ascolto dell’altro cerca di dare. Il sapere già e il non voler altro che quello che si possiede già non genera nessun dialogo autentico.