Elogio del leggere | Gian Luigi Beccaria (Linguista 1936 – )

Rispetto al vedere il leggere e lo scrivere appaiono applicazione più faticose […] Lo scrivere e operazione che esige una competenza oggi in disarmo la cultura della scrittura e minacciato un po’ dappertutto. Spira intorno allo scrivere riposato (non al concitato, lo scrivere per posta elettronica, o all’iconico-siglato dei messaggini) un’aria di sconfitta. In tutto il pianeta. […] Ora tutto scorre sempre più in mano dell’immagine. La civiltà acustico visiva ha il sopravvento.gli apocalittici lo paventano come una sorta di oralità di ritorno non verso una cultura rinnovata nel profondo ma per suonare analfabetismo di nuovo tipo.

La prima impressione è che i saperi si risolveranno in un apprendere enormemente diffuso che se diventa di meno […] Nell’imperante frantumazione prodotta dalla velocità dello zapping sbricioliamo il mondo, lo facciamo diventare perfettamente permutabile e compresente. Corriamo il pericolo di andare incontro alla perdita delle differenze, all’incapacità di riconoscere le gerarchie di valore.ogni fatto, discorso, immagine, sembra acquistare senso solo per il fatto di apparire, di imporsi alla presenza in quel momento. Poi scivola via, perché è un altro fatto, un’altra immagine sopraggiunge […] Tutto affiora indifferenziato in un presente simultaneo…..

Ci stanno abituando a porre ogni cosa alla pari. Ci stanno conducendo alla polverizzazione del tutto, a pensare che ogni notizia abbia lo stesso valore dell’altra e che una cosa sia uguale all’altra, ci avvezzano a mettere sullo stesso piano verità e opinioni, come se valesse tanto il parere in Tv o sui social di un incompetente quanto quello di uno scienziato titolato. Si è così largamente generalizzato il rifiuto di padre maestri, di ferie ideologie. Tutto sembra poter essere intercambiabile con il suo contrario, il ciarpame ugualmente significativo di un risultato ben consolidato […] Tutti si sentano maestri di tutto.si sta ottundendo la capacità di discernimento tra ciò che conta è ciò che è superfluo, tra ciò che è mezzo, e ciò che è sostanza. È il trionfo dell’indistinzione. Una purea universale.

[…] So però che, di fronte a una cultura sempre più omologante, è sempre più veloce nel comunicare i propri contenuti, fanno un gran bene le soste, l’affidarsi all’attenzione e alla lentezza che comporta l’atto private solitario del leggere (l’approfondimento di un meditato articolo di giornale, o di un saggio), pose che la velocità messo in crisi […].

Il flusso lento del leggere sta diventando matto fuori dei vittime dei tempi. […] Il leggere ha più pretese.pretende che ci si fermi sul dettaglio, che si restringa il fuoco dell’attenzione anche sul minimo, su una porzione delimitata della pagina, una parola, un sintagma, una frase, un segno di interpunzione addirittura.[…] La lettura esige la concentrazione, diversamente dal vedere. Il ritmo frenetico ci sottrai il tempo lento, essenziale per l’atto del leggere. Che non è certo un bene perduto.lo riconquistiamo nel tempo libero. É un bene che addirittura allevia momenti tragici e dolorosi […].