” Prima di tutto, noi non sentiamo tanto un interesse, quanto una – non completamente spiegabile – necessità di cercare la giustizia. La giustizia è ben altro che un sistema di regole esterne: si impone in noi dall’interno della personalità. Non solo è un bisogno originario, archetipo, è anche un bisogno che ha la precedenza sugli altri, e li subordina a sé. Nell’aspettativa di giustizia sopravvive dunque, in forma secolarizzata, il nucleo più importante della aspettativa religiosa: la ricerca del valore assoluto, cui tutti gli altri si subordinano.
[…] La giustizia che inseguiamo fa parte di una più generale ricerca del bene. Nelle forme più antiche il bene assoluto era composto inseparabilmente da giustizia e bellezza. Ma è un vincolo perfettamente attuale: ancor oggi, per il nostro inconscio, far scempio della bellezza è massima ingiustizia. Le leggi cambiano con i tempi e i luoghi, ma restano impersonali e generali. La giustizia, invece, corrisponde a un bisogno universale, ma si manifesta in forme personali”.
( Zoja L., Giustizia e Bellezza, Bollati Boringhieri, 2007, 15)