Intelligenza artificiale, Umana intelligenza e principio del mondo stabile | Gerd Gigerenzer scienziato cognitivo (1947)

C’è una grande differenza tra IA e Intelligenza umana

Gli algoritmi complessi funzionano al meglio in situazioni ben definite, stabili, in cui sono disponibili grandi quantità di dati.

L’intelligenza umana, invece, si è evoluta in modo da gestire l’incertezza a prescindere dalla quantità di dati disponibili.

Ad esempio, le regole degli scacchi sono ben definite e sono stabili nel senso che rimangono fisse sia oggi sia domani. Non c’è incertezza sulla loro natura e sul fatto che possano inaspettatamente cambiare in futuro. Per questo ‘Il principio del mondo stabile’ trova applicazione anche nella previsione del futuro. Infatti per predire accuratamente il futuro, è necessario disporre di una buona teoria, dati affidabili e un mondo stabile… ma in molte situazioni ciò non è sempre possibile. La vita, per dirla con Franz Knight si svolge spesso tra rischio e incertezza. C’è poca stabilità o meglio la stabilità costante è solo una piccola parte di essa

Nelle situazioni di rischio, come la roulette, conosciamo in anticipo tutti i possibili risultati (i numeri da 0 a 36), insieme alle conseguenze e alle probabilità. Nelle situazioni di incertezza, invece, non conosciamo in anticipo tutti i possibili risultati o le loro conseguenze. Possiamo perciò parlare di rischio calcolato ma non di incertezza calcolata. questa non è mai prevedibile esattamente.

Gli algoritmi di ultima generazione possono perciò gestire solo quella parte di mondo che rimane stabile e costante nel tempo, come i movimenti dei pianeti e degli astri nella volta celeste, sono così stabili nei loro movimenti che è possibile poter prevedere esattamente fra 100 0 500 anni la loro esatta posizione.

Ma dove c’è movimento, creatività, cambiamento, in una sola parola: novità, non hanno nessuna forza predittiva.

Ecco perché l’intelligenza artificiale non ci soddisfa e non ci rende felici. Specialmente Il mondo dello spirito sfugge interamente alla sua presa algoritmica. In fondo non è lei ad andare verso il mondo, a capirlo, a leggerlo dentro, ma è il mondo che deve adattarsi alla sua rigidità.

Resto del parere che ogni intelligenza artificiale è più o meno come un bimbo capriccioso che fa solo ciò che vuole, senza nessuna concessione alla comprensione della vita.


(Liberamente tratto da: Gerd Gigerenzer, Perché l’intelligenza umana batte ancora gli algoritmi , Raffaello Cortina, 2023)