La teologia è una mappa | Clive Staples Lewis (1898 – 1963)

“Ricordo che una volta tenni una conferenza alla Royal Air Force, e  un ufficiale, un temprato veterano, si alzò e disse: «Di tutta questa roba non so che farmene. Ma badi, sono religioso anch’io. So che c’è un Dio. L’ho sentito: una notte, nella solitudine del deserto – il mistero tremendo. Ed è proprio per questo che non credo a tutti i suoi bei dogmi e formulette su di Lui. A chi Lo ha incontrato davvero sembrano tutte cose così meschine, pedantesche e irreali!». 

Per un verso, io ero d’accordo con quell’ufficiale. 

Penso che nel deserto avesse davvero vissuto un’esperienza di Dio, e penso che passare da quell’esperienza alle dottrine cristiane fosse effettivamente passare da una cosa reale a una meno reale. Allo stesso modo, chi ha visto l’Atlantico dalla spiaggia, e poi va a guardare una mappa dell’Atlantico, passa anche lui da una cosa reale a una meno reale, dalla realtà delle onde a una macchia di colore sulla carta.

Ma qui viene il punto. 

La mappa è, certo, soltanto carta colorata; bisogna tuttavia ricordare due cose.

Anzitutto, essa si basa su ciò che centinaia, migliaia di persone hanno scoperto navigando l’Atlantico reale; quindi ha dietro di sé una quantità di esperienza non meno autentiche di quella che tu puoi avere sulla spiaggia. Soltanto che mentre la tua è una visione singola e fugace, la mappa coordina tutte quelle esperienze diverse. Poi, se vuoi andare in qualche posto, la mappa è assolutamente necessaria. Finché ti accontenti di passeggiare sulla spiaggia, la vista del mare è molto più divertente che guardare una mappa. Ma se vuoi andare in America la mappa sarà più utile delle passeggiate sulla spiaggia.

La teologia è come la mappa. Limitarsi a imparare e a riflettere sulle dottrine cristiane, se ci fermiamo qui, è meno reale ed eccitante dell’esperienza del mio amico ufficiale nel deserto. 

Le dottrine non sono Dio: sono soltanto una specie di mappa. 

Ma questa mappa si basa sulle esperienze di centinaia di persone che sono state realmente in contatto con Dio – esperienze al cui confronto le emozioni e le pie sensazioni che voi e io possiamo verosimilmente provare per conto nostro sono molto elementari e confuse. 

In secondo luogo, se vogliamo andare più avanti dobbiamo usare la mappa. Vedete, ciò che era accaduto a quell’uomo nel deserto può essere stato reale, e fu certamente emozionante, ma non ne viene nulla. Non porta da nessuna parte; non porta a far niente. 

Proprio per questo una religione vaga – basata sul sentimento di Dio nella natura, ecc. – è tanto attraente. È tutta emozioni e niente lavoro: come guardare le onde dalla spiaggia. Ma non si arriva a Terranova studiando l’Atlantico in questo modo, e non si ottiene la vita eterna”

(C. S. Lewis, Il cristianesimo così com’è, Adelphi, 1997)