Il predicatore che brucia e illumina… anche sé stesso | Origene (185 -254 d.C)

“Se dunque o predicatore nell’insegnare e nell’edificare la chiesa di Dio ti limiti a sgridare, a rinfacciare, a biasimare i peccati del popolo, ma dalle Scritture non trai nulla che consoli, se non spieghi nessuna oscurità, se non raggiungi una comprensione più profonda, se non riveli un significato più santo… il tuo fuoco brucia soltanto e non illumina.

Al contrario, se insegnando sveli i misteri della legge, discuti i segreti profondi, ma non rimproveri il peccatore, non riprendi il negligente, non imponi una severa disciplina… il tuo fuoco illumina soltanto e non brucia” […]

[Inoltre] anche io, come predicatore, medito le parole del Signore e spesso mi esercito in esse, ma non so se lo faccio in modo tale che, durante la mia meditazione, scaturisca da ogni parola di Dio un fuoco che accende il mio cuore e infiamma l’anima per ciò che ritengo si debba fare.

Ecco io pronuncio le parole di Dio, ma desidererei che esse ardano prima di tutto nel mio cuore e poi nella mente di chi mi ascolta”

(Origene, Omelie su Ezechiele, XIII,4)

 

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