Breve trattato sull’amicizia vera | Aelredo di Rievaulx (a. 1110 – 1167)

Aelredo di Rievaulx, fu in monaco inglese che scrisse un piccolo e fortunato trattato sull’amicizia.

Con l’aiuto delle sacre Scritture (e di alcuni scritti sull’amicizia di Cicerone) precisò i tre fondamentali tipi di amicizia: quella carnale, quella mondana ed infine spirituale.

L’amicizia spirituale, la perfetta amicizia, scrive: “nasce tra i buoni, progredisce tra i migliori, raggiunge la perfezione tra i perfetti”.

Per il monaco Aelredo, la vera amicizia, non esiste mai senza la carità e, appunto perché umana ed insieme anche proviene da una grazia che Dio concede a coloro che lo temono, unisce perfettamente eros e agape, ragione e sentimento, rimanendo tuttavia sempre una scelta personale che si realizza con cura e dopo aver superato una prova.

Scrive Aelredo nel tratto sull’amicizia spirituale: “Noi non siamo tenuti ad accogliere nella nostra amicizia tutti quelli che amiamo, perché non tutti ne sono capaci. L’amico infatti è lo sposo dell’anima tua, e tu unisci il tuo spirito al suo. coinvolgendoti al punto di dover diventare con lui una cosa sola; a lui ti affidi come a un altro te stesso. niente gli nascondi e nulla hai da temere da lui. Se si ritiene che qualcuno sia adatto a tutto questo, bisogna prima sceglierlo, poi metterlo alla prova, infine accoglierlo. L’amicizia, infatti, deve essere stabile, quasi un’immagine dell’eternità, e rimanere costante nell’affetto.”

Inoltre l’abate consiglia cosa propriamente evitare nell’amicizia:

occorre evitare rapporti amicali con irascibili – che infondono insicurezza nel rapporto, chiacchieroni – che distruggono la serietà del rapporto – e sospettosi veri distruttori della tranquillità.

Infine spiega cosa può rovinare un buona amicizia:

l’invettiva; cioè discorso cattivo e violento, l’oltraggio che è quell’offesa grave contro l’onore, l’arroganza ovvero il senso di superiorità verso l’altro che si manifesta in discorsi e gesti concreti, la rivelazione di segreti e ovviamente la denigrazione fatta alle spalle.

Così per Aelredo: “la fonte dell’amicizia è l’amore perfetto. Non un amore qualsiasi, ma quello che procede insieme dalla ragione e dal sentimento, amore che la ragione rende casto e il sentimento fa dolce”, ed il guadagno dell’amicizia altro non è che soffrire e faticare l’uno per l’altro, nel trovare dolce dimenticare se stesso a favore dell’elettro e nel preferite la volontà dell’altro alla propria… nel pregare l’uno per l’altro; e un amico che prega Cristo per conto dell’amico, e desidera essere esaudito da Cristo  per amore dell’amico, finisce per dirigere su Cristo il suo amore ed il suo desiderio.

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