Tu lo vedi, o Teotimo, i più venerabili teologi – Atanasio, Basilio, Gregorio di Nissa, Giovanni Crisostomo, Massimo il Confessore, ci insegnano due cose.
Da una parte ci dicono che l’essenza divina è incomunicabile; dall’altra che essa è, in qualche modo, comunicabile. Ci dicono che noi partecipiamo alla natura di Dio, e che non vi partecipiamo completamente. Bisogna, dunque, che noi accogliamo l’una e l’altra asserzione, e le poniamo insieme come regola della vera fede.
Coloro che adottano l’una per combattere l’altra, debbono essere respinti come empi ed insensati. In realtà, in essi non aderiscono né all’una né all’altra in nessun modo; si contraddicono fra di loro, o si contraddicono in se stessi.
I santi li avevano, tuttavia, messi in guardia: questa dottrina di contraddizione è la caratteristica degli spiriti angusti; mentre per l’uomo intelligente, che medita con rettitudine le cose di Dio, tutte le cose sono in armonia e concordano.
Gregorio di Palamas, Theophanes, P. G., 150. col 932 D.