A partire dalla differenza tra pain and suffering (dolore e sofferenza) , relazionerò sull’impatto che AI e tecnica hanno sull’etica della cura declinata in senso personalistico.
Sono innegabili gli ultimi sviluppi di AI in riferimento alla la medicina personalizzata e la pianificazione sanitaria. Con la creazione di “Agent hospital”, (ospedali interamente – o quasi – collocati su piattaforme controllate da IA) straordinariamente potenti sul piano predittivo di numerose malattie (circa un migliaio), o sull’uso di algoritmi di nuova concezione, come quelli offerti da Delphi-2M, (https://www.nature.com/articles/s41586-025-09529-3) che se addestrati correttamente sono davvero potenti sul piano della prognostica, i passi sulla terapia del dolore sono enormi.
Tuttavia per ciò che riguarda il tema della sofferenza è necessario riprendere prospettive più esistenziali e meno tecnologiche. In questa prospettiva l’etica della parola risulta quantomai necessaria per dare risposte significative alla fame di senso che il malato cronico sopporta.



