Leggere sugli schermi o leggere su carta? | Alberto Manguel – 1948 – | founder of the Centre for the Study of the History of Reading di Lisbona –

“Oggi, quasi tutto ciò che abbiamo intorno ci incoraggia a non pensare, ad accontentarci di luoghi comuni, di un linguaggio dogmatico che divide nettamente il mondo in bianco e nero, bene e male, loro e noi: è il linguaggio dell’estremismo, un linguaggio che pretende di comunicare ma che, non fa altro che prevaricare; non si aspetta altra risposta che l’obbedienza silenziosa.

Leggere è un processo fisiologico: nel nostro cervello, reti di neuroni si accendono e si connettono tra loro. Ma queste connessioni coinvolgono così tante aree del cervello che non è possibile seguirle chiaramente.

In un articolo scritto per “The Guardian” la neuroscienziata statunitense Maryanne Wolf descrivere ciò che succede ai cervelli dei bambini che leggono esclusivamente sugli schermi. Pare che il processo della lettura su schermo alteri il cervello, e questo non è necessariamente un male, perché i nostri cervelli cambiano in continuazione; ma è uno svantaggio nel senso che certe aree cerebrali perdono la propria funzione primordiale.

Leggere sullo schermo coinvolge percorsi neuronali che sono più attivi nella lettura di immagini che nella lettura di parole.

Così sviluppiamo una rete neurologica iconografica a spese della rete neurologica intellettuale-verbale”.

(A. Manguel, Una storia della lettura, Milano 2023, 18-19).

cf. Maryanne Wolf, Skim Reading is the New Normal, in ‘The Guardian’, 25 agosto 2018.