“La parola è uscita dai suoi binari. Ha perso la sua naturale direzione e il suo riposo finale, l’anima.
Non incontra più l’uomo, non gli parla dentro e il suo spirito si è spento e inaridito. Ecco perché questo libro desidera mettere di nuovo al centro il tema della parola come strumento di cambiamento interiore. Poichè noi e non una una macchina (e neppure un animale) siamo assetati di senso, di tempo, di futuro. Il tentativo di rimettere la parola in cammino, è ormai urgente, il superamento del ricatto della manipolazione utilitaristica abitata dalla potenza algoritmica che l’ha imprigionata sul web o chissà dove.
La parola non fa breccia, perché la capacità di di dire il mondo e di costruirlo non è tutto, perchè manca il sacro luogo in cui ogni parlante afferra se stesso e si dona all’altro nel dialogo. Qui la parola termina la sua erranza e trova la sua vera patria. Qui diventa la parola dell’incontro e del dialogo”.
(Incipit)