Dopo aver sospeso per un certo periodo di tempo la funzione religiosa, non senza profondo dolore e grande tristezza, [guidata] da una verace visione dell’anima e dal Giudice supremo, i cui ordini mai oserei contravvenire, e costretta dal peso di una grave malattia, mi sono rivolta ai nostri prelati a Magonza.
Nella visione impressa nell’anima mia dal Dio creatore, ancor prima della nascita, in merito al vincolo a noi imposto dagli stessi superiori ecclesiastici, mi vedo costretta a scrivere quanto segue.
Si tratta della traslazione e della sepoltura di un defunto che ha regolarmente avuto luogo nel nostro cimitero col concorso di un sacerdote. Quando, pochi giorni dopo la sua inumazione, i nostri superiori ci ordinarono di allontanarlo dal cimitero, venni colpita da un non piccolo spavento e, come al solito, contemplai la luce vera e con gli occhi vigili dell’anima vidi quanto segue.
Se, conformemente alle loro prescrizioni, venisse dissepolto il corpo del defunto, con la sua rimozione la nostra dimora sarebbe minacciata da un grave pericolo e noi verremmo assediate come da nuvole nere che preannunciano temporale e tempesta. Perciò non ci arroghiamo il diritto di spostare il corpo di quell’uomo, che oltre tutto aveva ricevuto la confessione, l’unzione e la comunione ed era stato seppellito senza pareri contrari. Non abbiamo accolto nemmeno il suggerimento che ci era stato dato o la prescrizione che ci venne ordinata. Non perché non abbiamo dato il dovuto peso al consiglio di uomini esperti o alle disposizioni dei nostri prelati, bensì perché volevamo evitare che, per colpa di alcune donne irritate [della città di Bingen], venisse recato oltraggio al sacramento di Cristo col quale quell’uomo era stato fortificato quando ancora era in vita.
Ma per non sembrare disobbedienti, abbiamo sospeso finora i canti di lode rivolti a Dio, come vuole l’interdetto, e ci siamo astenute nell’accogliere il corpo del Signore, come prima facevamo ogni mese. Io stessa e tutte le mie sorelle siamo state colte da grande tristezza.
Finché, finalmente, quasi sopraffatta da sì grave peso, sentii queste parole nella visione: Non è cosa buona che, per rispetto delle parole umane, voi tralasciate i misteri del mio Verbo, rivestito dell’umana natura e portato alla luce come vostro Salvatore nella natura verginale della vergine Maria. Dovete quindi chiedere ai prelati di sciogliere tale vincolo e di ridonarvi la libertà.
Nella stessa visione udii che mi ero resa colpevole per non essermi recata con umiltà e spirito di sottomissione dai miei superiori ecclesiastici per chieder loro personalmente il permesso di fare la comunione.
Tanto più perché non avremmo commesso alcuna colpa nell’accogliere la salma del defunto. Egli infatti aveva ottenuto quello che spetta a un cristiano, era stato sepolto presso di noi dal suo sacerdote col seguito di tutta la città di Bingen, senza che alcuno sollevasse obiezione. Mi è stato imposto da Dio di annunciare queste cose a voi prelati.
Nella visione mi resi anche conto che, per obbedire a voi, abbiamo tralasciato il canto dell’ufficio divino e abbiamo eseguito la recitazione esclusivamente a bassa voce. E sentii un discorso che proveniva dalla luce vivente riguardo ai diversi tipi di lode offerta a Dio.
Prima della trasgressione, nella condizione d’innocenza, la voce di Adamo era in accordo con le voci degli angeli che cantavano le lodi. Essi, continuamente spronati a rendere lode, dallo Spirito che è Dio, perseverano in questa comunità corale in virtù della loro natura spirituale.
Adamo, invece, aveva perso il suono intonato con la voce degli angeli che possedeva in paradiso. Dio però pervase le anime dei suoi eletti con la luce della verità. Affinché non vivessero in esilio nel ricordo di Adamo, ma assicurassero la memoria della beatitudine celeste e della lode di cui Adamo godeva in Dio insieme agli angeli prima della caduta, e affinché venissero stimolati a rendere lode a Dio, i profeti istruiti dallo stesso Spirito non solo produssero salmi e inni, ma inventarono anche diversi strumenti musicali per l’accompagnamento sonoro.
Tutto ciò in considerazione del fatto che sia per la forma e la particolarità di tali strumenti, che soprattutto per il senso delle parole che qui venivano cantate, gli ascoltatori, stimolati dall’esterno, si ricreavano interiormente col significato [dei canti].
Imitando questi profeti, alcuni uomini saggi e pieni di zelo hanno ideato a loro volta vari strumenti musicali, mettendo a buon frutto la propria umana abilità, per poter cantare con cuore gioioso in modo da ricordarsi anche così di Adamo che era stato creato dalle dita di Dio, dallo Spirito Santo, e la cui voce prima del peccato originale aveva in sé l’amorevolezza di tutti gli strumenti musicali nella piena armonia del suono.
Ma quando l’impostore, il diavolo, sentì che l’uomo caduto ricominciava [nuovamente] a cantare su ispirazione divina e perciò si vedeva invitato a pensare i canti soavi della patria celeste, percepì che i suoi sporchi raggiri avrebbero potuto essere delusi. Al che si spaventò e ora, con l’incessante stuolo di menzogne che proviene dalla sua malvagità, non fa che rimuginare e cerca ininterrottamente di provocare disarmonia e di cancellare la lode a Dio e la bellezza degli inni spirituali, non solo avvalendosi dei malvagi suggerimenti dei pensieri impuri e di molte altre distrazioni del cuore umano, ma anche, ogniqualvolta vi riesce, seminando dissidio, scandali oppure ingiuste oppressioni attraverso la stessa Chiesa.
Per questo voi e tutti i superiori devono procedere con grande prudenza. Prima di chiudere con una sentenza la bocca di coloro che cantano lode a Dio e proibire il compimento e l’accoglimento del sacramento, dovete cercare ed esaminare molto accuratamente le cause di tali provvedimenti. Dovete mirare a farvi guidare unicamente dall’ardore per la giustizia divina, non dallo sdegno, dall’eccitazione spirituale o dalla sete di vendetta. Inoltre, in caso di giudizio, dovete sempre stare attenti a non venir circondati da satana, il quale vuole strappare agli uomini l’armonia celeste e il piacere del paradiso.
Dunque coloro che impongono alla Chiesa il silenzio riguardo al canto delle lodi di Dio, commettendo un’ingiustizia sulla terra, privano Dio dell’onore della lode che a lui conviene e non hanno parte alla lode degli angeli in cielo se non hanno agito in buona fede, con sincera penitenza e umile compiacimento. Sui prelati che non seguono il loro capo, si abbatterà il peggior giudizio.
Presentare loro in uno scritto le parole che avevo contemplato nella vera luce, come Dio stesso mi aveva ordinato, e ti han che si conoscessero la volontà di Dio riguardo a questa faccenda. Tra le lacrime amare pregare i presenti di perdonarmi e, umile piangente, l’implorare di avere pietà.ma vedendo che loro chiedono tanto oscurati da non avere per me neppure uno sguardo di pietà, me ne andai da molte lacrime.tuttavia molti furono presi da compassione per noi; avrebbero voluto aiutarci ma non potevano far nulla.
(Tratta da E. Gronau, La biografia, Edizioni Àncora, Milano 1996)