Venerare con il silenzio le realtà superiori alla parola e al pensiero | Gregorio di Nissa (335 – 395 d.C.)

 “Ma se uno ci chiedesse di dare una spiegazione e una descrizione e una illustrazione della sostanza divina, noi non negheremmo di essere ignoranti di siffatta sapienza, e riconosceremmo soltanto che non è possibile che quello che è senza confini per natura sia compreso in un pensiero composto da parole. Il profeta proclama che la grandezza di Dio non ha confini, quando a chiare note annuncia che non c’è limite alla sua maestà, alla sua gloria, alla sua santità. Ma se le proprietà che lo riguardano sono assolutamente senza confine, tanto più lui stesso, qualunque cosa sia per sostanza, da nessuna parte è compreso da un confine.

Se, dunque, la spiegazione che si avvale di nomi e di verbi comprende, in un certo senso, con un significato, l’oggetto, mentre quello che è senza confini non può essere circoscritto, non è logico accusare la nostra ignoranza, se noi non abbiamo il coraggio di fare le cose inosabili. Con quale nome, infatti, posso comprendere quello che è incircoscritto? Con quale voce annuncio quello che è impronunciabile?

Poiché, dunque, Dio è più potente e più alto della significazione dei nomi, noi abbiamo imparato a venerare con il silenzio le realtà superiori alla parola e al pensiero.” 

(Gregorio di Nissa, Contro Eunomio, III, I, 105) . 

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