Quella presenza differente | Pensieri

Sacramentalità è una parola centrale nel mistero della nostra fede.

É la parola che spiega come Gesù possa essere presente oggi nella vita dei suoi discepoli, una presenza differente,  diversa da quella di 2000 anni fa in Palestina.

Dalla risurrezione in poi l’incontro con il Maestro segue una via nuova. Un pò come accade in ogni sacramento: c’è qualcosa che vediamo (acqua, olio, pane, vino) e udiamo (parola)  e c’è qualcosa in cui  crediamo, Gesù vivo e presente. Proprio lì attraverso quel visibile ed udibile, Gesù stesso ci viene incontro e si dona a noi.

Egli ha promesso di essere con noi fino alla fine dei tempi e perciò inizia proprio da quella promessa.

Ammalati, poveri, carcerati, sofferenti nel corpo, nell’anima e nello spirito. “Io sono lì”  dice Gesù (cf Mt 24, 31-46). Egli è presente anche lì dove due o tre persone si riuniscono nel suo nome, ed è presente nella Chiesa, nella parola sua (scritta e predicata) ed in ogni sacramento, specialmente nell’eucaristia. Infine egli è presente come forza di innovazione e perseveranza in ogni grande talento o un piccolo carisma (cf. Mt 24, 14-30). In quest’ultimo modo Gesù   mediante il suo Spirito, continua ad agire in questo mondo ed orientare i cuori verso di Lui.

Sacramentalità è dunque la parola che chiede di modificarci nello sguardo, nell’udito, nei gesti.

Gesù ci chiama a vedere l’invisibile nel visibile ed ascoltare l’inaudito nell’udibile. Ci chiede di aver fede, cioè di stare con Lui per riconoscerlo e riceverlo. Dentro il visibile, dentro l’udibile.

Sacramentalità è oggi la parola più difficile da accettare in questo nostro piccolo mondo, perché significa accettare un Dio che continua ad agire, vivendo accanto a noi, vicino a noi, dentro di noi.

Egli è colui che non ci ha abbandonati per starsene in cielo ma sacramentalmente sta ancora dentro la storia, per salvarla e trasformarla…. attraverso di noi.

 мед справку

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