La destinazione finale della parola di Dio non è una carta e neppure un libro, ma il cuore dell’uomo.
Il Signore Gesù vuole infatti vivere tutto in noi e tuttavia, in attesa di giungere al nostro cuore, dispone la sua presenza nelle sue parole che indicano la sua volontà per donarcela come cibo quotidiano.
Le sue parole… quelle fissate dallo Spirito Santo nella Scrittura, le stesse che santi e martire hanno proclamato sorretti da quello stesso ed unico Spirito Santo che li ha scritti.
Queste semplici verità sono fondamentali per la fede cristiana.
Gesù, il figlio eterno del Padre, ha dichiarato se stesso ed il mistero del Padre suo consegnandolo in ciò che noi chiamiamo bibbia, perché quando il nostro cuore vacilla e la tentazioni sono forti dentro e fuori di noi, lì lui resta li presente e vivo per salvarci.
Lui sta li.. fuori di noi, fuori dal nostro cuore, fuori dalla nostra mente perché possiamo trovarlo sempre e con certezza. Fuori la nostra mente perché il peccato confonde e indebolisce, fuori dal nostro cuore perché abbiamo bisogno del suo amore.
Gesù sta lì, nella mensa della Parola, ma anche nella mensa dell’eucaristia, l’unico dono che ci sazia.
Lui infatti vuole vivere nel nostro cuore, quella è la sua vera meta, ma intanto e sempre attende il nostro sì perché nel Cibo e nel Verbo si possa donare a noi.
Il Concilio lo afferma più volte tale mistero, ma nella Dei Verbum arriva a chiedere ad ogni cristiano un’assiduità, una familiarità con l’unica mensa del Pane e del Verbo:
“Come dall’assidua frequenza del mistero eucaristico si accresce la vita della Chiesa, così è lecito sperare nuovo impulso alla vita spirituale dall’accresciuta venerazione per la parola di Dio, che «permane in eterno»” (DV 26).
Così il Pane ci dona la vita e la Parola ci scuote perché non ritorniamo mai indietro nell’amore.
Nella tua volontà Signore è la nostra pace.
