Ho sempre vissuto la Messa come la mia possibilità di incontrare il Signore della Vita, come quel particolare luogo in cui Lui stesso, il Dio del Cielo, si accorge di me, tra la folla, venendo a visitarmi, salvandomi ed illuminandomi. Io so che Lui è lì presente e che mi cerca.
So pure che mi ha cercato quando ero più giovane e non smette di farlo oggi che sono sacerdote. Per me messa significa stare in un evento in cui il Signore stesso mi chiama a conversione, non solo me, ma tutti coloro che sinceramente si aprono a Lui. So che aspetta che gli chieda perdono, perché lui lo possa possa dare, non come esenzione dall’osservanza dei comandamenti, ma come trasformazione umile e semplice della propria vita; so anche che Lui può parlarmi attraverso le Scritture e addirittura la mia stessa omelia può diventare strumento suo, senza che nessuno si accorga di nulla. Infine so che proprio nella messa Lui chiede il mio ‘si’ alle sua Verità, una Verità che non è prodotta dalla mia mente ma è scoperta nella sua Parola. So che donandomi il suo corpo ed il suo sangue mi fortifica e mi risuscita perché possa compiere la sua volontà.
Ho sempre pensato la Messa come luogo dell’alleanza tra me, membro del popolo di Dio, ed il Creatore di ogni cosa.
Ecco perché nella Messa si può e si deve attendere la Parola che illumina il nostro oggi e redime il nostro passato, la parola che guarisce e salva, come avvenne per lo storpio alla porta “bella” (At 3,2), ma anche più semplicemente che consola e fa ravvedere. Questa Parola di Dio non è una parola che si pronuncia per così dire in generale, per tutti, ma una Parola di Gesù per me, parola che trafigge il cuore e apre verso il futuro.
Questa parola si può e si deve attendere con fede e può raggiungerci all’inizio al centro o alla fine della messa, nelle preghiere o nelle letture bibliche proclamate o addirittura nella stessa omelia, o in una qualsiasi altra parte della liturgia. Attenderla, più che le sentinelle l’aurora è il grande progetto di ogni fedele del vangelo.
In fondo la Messa è sempre attesa del Signore che Viene a salvarci, Verbo che, corregge, sprona, tocca interiormente e rimette in cammino.