Il maestro e il discepolo

Tutti noi nel cammino della fede possiamo e dobbiamo divenire al tempo stesso insegnanti e discepoli. Siamo insegnanti nella misura in cui il nostro discepolato verso il Signore è autentico.

I farisei lo sappiamo non facevano così. Essi imponevano pesi, pesanti fardelli, sulle spalle degli altri ma loro non osavano spostare neanche con un dito (Mt 23,4). Loro erano per questo falsi perché non avevano vissuto nulla di ciò che insegnavano. Erano lontani non solo col cuore dall’insegnamento di Mosè ma anche con la volontà. Falsi maestri perché falsi discepoli!

I farisei avevamo separato “in loro stessi” insegnamento e vita. tutto qui.

La bellezza del metodo cristiano invece sta in questo: camminare umilmente davanti al Signore, sforzandoci di vivere ogni sua parola e poi allo stesso tempo insegnare, spiegare, annunciare, testimoniare, la Parola che ci supera, che è sempre più grande di ogni nostro sforzo di viverla, ma che ci ha conquistati nel cuore e nella vita. Fragili ma forti per il Signore.

Qui nasce anche la nostra umiltà. Il vangelo è sempre più grande di me. Se in un momento sono maestro non vuol dire che in un altro il discepolo non sia per me un maestro. Così noi siamo e rimaniamo sempre in cammino verso il Signore. In crescita nel cammino, dove il più forte tiene per mano il più debole.

Umiltà è anche ricordare la Parola a se stessi. Diventando ogni giorno più veri.
Maestro e Discepolato sono nel cristiano una cosa sola.

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