Ho sempre pensato che Il concetto di verità è un concetto inevitabile. Il nostro andare avanti nel cammino della vita lo esige continuamente. Infatti, nessuno può a lungo rimanere senza danno prigioniero della falsità interiore, cercando di trasferire tutto il suo essere nello spazio del visibile e lasciando il proprio intimo in preda ai lacci della menzogna. A lungo andare si diventa o ipocriti, o indolenti o pazzi. Abituarsi al male interiore è davvero un guaio serio.
La gioia invece è esattamente la corrispondenza tra un cuore vero ed un agire conforme alla verità.
Ma cos’è la Verità?
Molti anni fa, durante i miei primi studi filosofici, mi avevano detto che per un cattolico con verità s’intende una corrispondenza, o meglio l’adeguazione della ragione alla realtà (“adaequatio rei et intellectus” espressione latina che significa adeguazione dell’intelletto alla realtà). avevo cominciato a riflettere su questa cosa…..ma ciò non mi aveva soddisfatto. Il mio cuore rimaneva fuori da questo gioco e con esso la mia esistenza non trovava gioia,
Poi capì che quel concetto rappresentava più un metodo che un contenuto. In altre parole la filosofia mi aveva indicato una via senza dirmi dove questa mi conduceva, mi diceva di seguire quella via per arrivare alla verità ma non mi aveva ancora detto nulla sulla verità della mia vita!
Dovevo perciò scoprirla con sudore e fatica.
…Poi finalmente lessi nel Vangelo: “Io sono la verità” (Gv 14,6) e capì di botto … Capii che Gesù è la mia verità cioè l’esito ultimo di quel sentiero. Lui, Gesù, vivendo, agendo, parlando mi diceva ogni momento il contenuto di quella adeguazione, mi diceva la verità che il mio cuore cercava ed attendeva. Deo Gratias!
.Ora la MIA verità era finalmente davanti alla mia intelligenza e soprattutto davanti al mio cuore… Non una cosa o un concetto ma una persona era l’origine e il contenuto di essa. Finalmente si donava a me in una forma comprensibile.
Ma ciò non era ancora tutto!
Conoscere la verità non significava ancora viverla. Bisognava mettersi in cammino verso di essa, rinunciare a qualcosa, bisognava amarla per viverla, perché viverla senza amore sarebbe stato un ottimo metodo per abbandonarla. …. Guardavo i santi che la conoscevano nei fatti e ne rimanevo stupito, meravigliato della loro forza di esistenza. Capii anche che chi vive di Verità resta davvero libero, libero di non dover essere schiavo del male, schiavo dell’uomo iniquo. Era l’estetica nascosta del Vangelo.
Così i Vangelo divenne il mio luogo di libertà, l’origine del mio ingresso nella Chiesa, la strada della mia gioia.
O Cristo, nella tua verità la mia pace.
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PS.
“Non però che io abbia gia conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo. [13]Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, [14]corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3,12-14