La parola è un ponte e la pratica del dialogo – quando è autentico – consente di comunicare verità e giustizia a noi e a che ci sta intorno, aprendo la vita al grande miracolo dell’incontro tra le persone. La parola infatti non solo apre il nostro spirito agli altri facendoci uscire dall’isolamento, ma anche permette agli altri di incontrarci nella nostra verità interiore, nei nostri sentimenti.
la parola ha un potere tutto suo: creativa, performante, farmacologica, persuadente, dolcificante o amara…
Ma dove la parola appare nella sua verità e forza, nasce anche quella relazione tra le persone che fonda ogni comunità. comunità tra due persone o amici o comunità più ampie. Nella parola nasce un legame che anima l’esistenza e che completa, ravviva e riempie da tutto ciò che animali e cose del mondo non riescono a dare. Quella solitudine che secondo Genesi, Dio vide nell’uomo e quell’atto creativo con cui Dio decise di porre rimedio, attraverso la creazione di Eva, ci dice anche che non le cose e neppure gli animali, ma le persone sono il luogo più alto in cui la nostra vita si appaga, ed allo stesso tempo ci mostra come il destino ultimo della parola umana, sia in definitiva un ‘noi’. Siamo fatti per il rapporto ‘io e tu’.
Creati dalla parola di Dio, ogni uomo in qualche modo porta nella sua carne e nel suo sangue l’imprinting di quella origine. Fatti da un ‘Tu’ divino noi troviamo completezza in un ‘tu’ umano, e non ad esempio in una macchina o qualcosa di simile. Tuttavia ogni ‘tu’ per essere vero rimanda in definitiva alla relazione con il grande ‘tu’ di Dio. É solo Dio (e coloro che stanno dalla sua parte) ad aprirci alla verità di noi stessi e delle nostre intenzioni.
Ecco allora la domanda che forse abbiamo dimenticato: possiamo diventiamo veri?, e poi : come possiamo essere capaci di relazionarci in verità e giustizia con chi ci sta intorno?
I cristiani hanno una buona cura a proposito ed è il Signore stesso ad avercela proposta.
Un primo passo, per chi si professa cristiano, è l’ascolto della Parola che ci anima di verità, la Parola creatrice di Dio. Il contatto con essa, nella preghiera e nell’ascolto dei parlanti di Dio, ci stimola a rivedere continuamente chi siamo e dove andiamo con il nostro cuore. Come uno specchio la parola di Dio parlandoci ci mostra chi siamo e dicendosi ci avverte come dovremmo essere o non essere.
Ma poi c’è la comunità cristiana. Ci sono gli altri da amare e curare e c’è la Chiesa.
Nessuno è un isola. E nessuno può andare avanti in solitudine per lungo tempo. Noi abbiamo bisogno degli altri per essere noi stessi. per tantissimo motivi.
Ma secondo l’immagine che san Paolo ci ha consegnato, la Chiesa è un corpo ben compaginano fatto da ogni battezzato, animato da carismi e ministeri. Il Signore stesso l’ha voluta e la protegge nonostante i peccati degli uomini. Così nella misura in cui noi apparteniamo a Lui, abbiamo la possibilità di essere sostenuti dall’interno e accompagnati nella nostra vita. Noi non siamo mai soli.
Tuttavia la Chiesa non può essere ridotta soltanto ad un legame affettivo, una specie di club spirituale dove si cerca di andare d’amore e d’accordo. Essa è invece qualcosa di più, qualcosa che nasce da un dono dall’alto e non da un semplice accordo di amicizia. Il suo inizio è nel dono di grazia comunicato nel battesimo, qualcosa che viene dall’alto e non può essere prodotta dall’uomo.
Nella comunità poi circola la vita. In essa riceviamo e rinnoviamo continuamente la nostra vita per mezzo della grazia e della parola di Dio, i cui frutti si vedono nella creatività dei credenti, il loro amore e le loro opere. In essa noi sentiamo insieme agli altri di percorrere lo stesso cammino interiore e di desiderare l’incontro con lo stesso Dio, cercato non come una proprietà privata, ma come un Padre Nostro.
Per questo nasce e rinasce continuamente in noi un sentimento di fratellanza e di amicizia che ci lega come una cordata in montagna. É la misteriosa forza di questo corpo a tenerci in piedi e impedire di cadere nel buio dei fossati che la vita ci riserva.
Da ultimo: gli atti degli apostoli ci ricordano quattro pilasti che ci sostengono nella costruzione della nostra casa interiore: l’ascolto della Parola di Dio tramite gli apostoli, lo scambio di vita o comunione tra credenti, la preghiera e il cibo eucaristico (At 3,42). Attenzione all’altro e alla verità che viene da Dio, accoglienza come rispetto della persona in qualsiasi stato essa si trovi, dono di sé ed elemosina, bisogno del corpo di Cristo, movimento verso la salvezza altrui come dimensione di vita imprescindibile.
Tutto ciò ci aiuta a restare in cammino verso la verità di noi stessi, verso degli altri, verso Dio.



