Ci sono parole che rivelano il mistero del nostro vissuto e altre che non lo dico affatto. Stesso strumento – la parola – funzioni differente.
Ci sono poi parole udite e parole parole viste.
Ad esempio. Ci sono parole viste, cioè esteriori, perché toccano la vista. Sono parole ormai separate da noi, fissate su carta, scritte, che hanno potenzialmente una vita propria. Come quelle mimetizzate nelle immagini, foto, quadri, scene. queste hanno bisogno di una lettura calma e attenta, perché, in fondo, sono le parole udite, quelle che ci danno vita. Quelle interiori, che riceviamo o che stanno li dentro di noi non ancora rivestite di suono, nascoste e avvolte di silenzio, sono quelle a cui diamo maggiore valore per la vita.
Il nostro modo di stare nel mondo, la direzione dello sguardo, se ci facciamo attenzione, nasce dentro il tipo di legame che si realizza tra le due parole. Se cioè tra esse esiste unità, differenza, continuità o rottura. Sincerità, doppiezza, ipocrisia, schiettezza, efficacia, profondità sono un altro nome per dire quel segreto legame.
Guardando la nostra vita da questa prospettiva la nostra vita, si scoprono strade diverse, cammini personali diversi. Ci sono ad esempio, geniali costruttori di opere indimenticabili, fatte di energia e parole, cioè anime belle che dicono con parole proprie (non quelle degli altri), magari pensate e ripensate, mondi nuovi, esistenze imitabili. Sono questi i generatori di speranza. Si dice che la parola crea mondi sempre nuovi. Genesi docet. E ci sono anime imbruttite che utilizzano parole come strumenti di morte, di manipolazione e distruzione.
Da cristiani, possiamo e dobbiamo percorrere la prima strada. dobbiamo restare in una Via che dice parole di vita.
Siamo coloro che ogni giorno scelgono la via di coloro che scrivendo e parlando allontanano la forza distruttiva del tempo, diventando per quanto è possibili contemporanei nell’esperienza del bene vissuto.
Nulla ci è estraneo di ciò che è profondamente umano e così trattati, narrazioni, poesie, racconti, canzoni, tutto diventa possibilità di vita e, a vederci bene, anche dipinti, immagini, fotografie, sculture, opere teatrali, danze si offrono a noi come parole fatte di materia e luce, comprensioni belle diventate cose viventi.
Ma bisogna stare attenti. Prima del visibile c’è l’invisibile e così non tutta la parola è diventata carta e né potrebbe essere. C’è sempre una vita oltre la carta, c’è sempre una parola che resta carne come sorgente fresca e nuova di altre parole parte e scritte. c0è sempre una esistenza ancora non vissuta.
Si… c’è sempre un altra forma di scrittura che è straordinaria: quella praticata da grandi maestri, che sono rimasti tali perché che non hanno mai scritto un rigo. Come Gesù e non solo Lui.
Maestri senza scrittura.
Ma solo apparentemente ‘senza scrittura’ poiché essi sono più che ‘scrittori’ sono ‘Maestri’, sono coloro che prediligono un’altra via, quello dello scrizione su tavole interiori, tatuatori spirituali.
Questa seconda parola è davvero incancellabile intessuta com’è di gesti, esempi, atteggiamenti, stili di vita. Io penso che dal punto di vista dell’esistenza, l’altra scrittura, quella su carta, se vuole restare umana, buona, bella dovrebbe ritrovare il suo legame con la prima, con una parola destinata all’esistenza. Qui e solo qui, riposa il potere di generare vita.
Scrivere nell’anima, è l’arte dei veri Maestri. Gli altri dicono cose. cibo per i computers. Dicono parole ferme su carta. Parole che non hanno ancora creato storia, non hanno generato cambiamento, perché manca l’energia per andare nella casa della Parola. A noi, infatti basta una sola parola scritta dentro l’anima a cambiare il corso di un intera esistenza. le biblioteche si moltiplicano e i big data crescono, ma i maestri senza scrittura sono rari.
Da ultimo:
ma se è vero che la parola più potente è quella che ci penetra dentro, allora alla lettura e alla parola parlata, bisogna aggiungere il dialogo, cioè una parola vivente. Lettura e dialogo un unica cosa.
così:
una generazione che non legge più, cessa di pensare e vedere.
Una generazione che non dialoga più perde pezzi di vita importanti e non diventa cultura. Una generazione che ripete parole altrui senza dire mai le proprie ci toglie il ruolo di protagonista.
A tutti coloro che imparano a memoria filastrocche do vanità e slogan ripetitivi va ricordato che saranno capaci solo di toccare la superficie del mondo e degli uomini. Questa sarà è una generazione poverissima.
Noi ci nutriamo di parole vere, sante, sane, alte, chiare, ricche, parlanti. Tutto ciò permette alla nostra vita di respirare, di incontrare altra vita, altra verità, altre persone. Qui la vita si apre alla Vita.