Solo una ogni tre ricercatori d’ingegneria al mondo è una donna. A ricordarlo con forza era António Guterres, segretario generale dell’ONU, nel febbraio 2022, evidenziando come barriere sociali e strutturali continuino a ostacolare l’ingresso e il progresso femminile nel mondo della scienza.
Una disuguaglianza che sottrae all’umanità intera una ricchezza inestimabile di talento e innovazione. Nonostante il progresso e i segnali incoraggianti che si stanno diffondendo, la strada verso una reale parità di genere nella ricerca scientifica – e non solo – resta ancora lunga in molte parti del pianeta. Resistenze culturali e pregiudizi persistono, rallentando la trasformazione necessaria per far sì che la scienza sia davvero inclusiva e rappresenti tutte le sensibilità del pianeta.
In questo contesto, l’associazione APS MMdR continua a portare avanti un importante ciclo di incontri intitolato “Donne che hanno cambiato il mondo”, volto a valorizzare storie ed esperienze femminili che hanno segnato la storia dell’umanità in vari ambiti.
Dopo aver raccontato figure emblematiche come Ildegarda di Bingen, e aver approfondito in campo storico archeologico il contributo della catanzarese Emilia Zinzi, ed indagato il fecondo legame tra donne, scrittura e interiorità, il prossimo appuntamento, fissato per mercoledì 26 novembre, si concentrerà sul rapporto tra donne e scienza.
Un dialogo stimolante e multiculturale, grazie alla partecipazione di tre ospiti di spicco: Donatella Malanga, biologa e docente all’Università Magna Graecia, Maria Nocchi, fisica teorica collegata direttamente dallo Stato di New York, e Grazia Cione, ricercatrice storica dell’arte in collegamento da Zurigo.
Un’occasione per riflettere su come la presenza femminile nella ricerca non sia solo questione di equità, ma un imprescindibile fattore di ricchezza intellettuale e innovazione per un futuro sostenibile.
Nel XXI secolo, come ricorda Guterres, “abbiamo bisogno delle prospettive femminili per assicurarci che la scienza e la tecnologia funzionino per tutti”. Questo incontro promette di essere un passo significativo verso la rottura di vecchi schemi, per costruire un orizzonte scientifico finalmente pluralista, equo e aperto.



